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POLITICA CITTADINA
Visitatori apostolici
di Giuseppe Motta


Undici giorni dopo il voto del 13 maggio "Nella Casa delle libertà è già bagarre per il 2002": così
titolava "Il Cittadino" del 24 maggio, punto di riferimento per queste considerazioni.

Strana "bagarre" che non ha nulla di sportivo: latitanza della maggioranza in consiglio comunale ma anche estemporanea recita, non a soggetto, mandata in scena per divertire i consiglieri della minoranza che devono avervi assistito come quei gattini che, da sotto i mobili osservano curiosi ed attentissimi ciò che accade nella speranza di riuscire a comprendere il senso dell'illogicità.

Non c'è però da preoccuparsi di questo disordine in quanto, per sistemare tutto, sono già al lavoro i due visitatori apostolici inviati in città dal pontefice massimo di Arcore.

* * *

Uno, di nome Schmidt, è l'uomo nuovo della politica monzese che poi tanto nuovo non è, se può dire che "sono tre anni che seguo le vicende della politica monzese e brianzola per il mio partito" e che, dall'anno scorso, la segue anche come vice coordinatore regionale di Forza Italia.
E' apprezzabile il fatto abbia pubblicamente dichiarato questi suoi precedenti, perché nessuno si era mai accorto del suo lavoro: nessuno fuori da Forza Italia e probabilmente nessuno dentro la stessa visto che l'altro parlamentare espresso da Monza la definisce "partito assai virtuale". Lavoro che comunque non ha dato risultati se ora quell'addetto all'opera si trova tra le mani i cocci del suo partito.

Dipende forse dall'aver "seguito" la politica monzese invece di averla "preceduta" con discrezione e lungimiranza ?
Ora però ha intenzione di procedere sulla sua strada anche se prudenza e intelligenza gli faranno tenere ben distinti il ruolo di parlamentare da quello di "commissario politico" che "Il Cittadino" sembrava volergli attribuire.
Che abbia una gran voglia di darsi da fare è sicuro perché dichiara: "Così rimetterò in ordine Forza
Italia.

Per ora, però, sembra più intento a recuperare pezzi della minoranza e a dividere l'opposizione che a incollare i cocci del suo partito: operazione che, sotto certi aspetti, richiama la tecnica imprenditoriale di acquisire aziende e chiuderle per liberare il mercato dalla concorrenza.
Chiarisce le sue intenzioni di recupero quando parla di un "partito aperto al dialogo con le associazioni, che sia interlocutore della società civile" e fa precedere tale affermazione dall'altra che "abbiamo bisogno di un partito nel quale gli elettori debbano potersi riconoscere".

Ammette così che questo partito non c'è e se c'è è virtuale ma, invece di rimettere insieme i frantumi degli eletti nella scatola vuota, va alla ricerca di elettori che in questi si possano riconoscere: come mettere il carro davanti ai buoi o, meglio, fare dopo quel che doveva fare prima, quando le associazioni e la società civile (comprendente anche i partiti dell'opposizione) aveva chiesto quel confronto e dibattito che le è stato negato.
Diniego che non potrebbe venir ora giustificato con la necessità di conoscere preventivamente l'esito di uno o più sondaggi sul gradimento goduto da giunta e sindaco, perché quei sondaggi non sono ancora stati fatti e, ciononostante, quel rifiuto si è improvvisamente trasformato in una pressante richiesta.

Probabilmente si è già convinti del giudizio dei cittadini e si cerca di salvare il salvabile.

* * *

L'altro visitatore, di nome Mantica, forse per lo stupore del giornalista de "Il Cittadino", gli ribadisce il quesito: "Ripeto la domanda: i cattolici da che parte stanno?". Sarà anche, come lui dice, una
provocazione, ma altrettanto provocatoriamente si può chiedergli "Secondo lei, chi sono i cattolici ?
Quelli che vanno in chiesa o i battezzati che in chiesa non vanno più ? Quelli che seguono Formigoni o quelli che seguono don Mazzi ? Quelli degli "affari" o quelli "da marciapiede" ? Quelli che si ritengono cattolici e votano per un'ala estrema o quelli che si ritengono cattolici e votano per l'altra ala estrema ?"

L'impossibilità di definire il termine "cattolico" dal punto di vista politico induce a rispondere che i
cattolici, o meglio tutti quelli che si considerano cattolici, stanno dove meglio ritengono di stare, a
Monza e in Italia, come in tutti gli Stati del mondo.
Il nostro visitatore accusa il "mondo cattolico" (parrocchie, associazioni, istituti, enti) di non dire più
nulla, da sette o otto anni, sui temi della bioetica (ah ah !) dell'Europa a forte tradizione ed
impostazione protestante (?) né "sulle problematiche più locali, il futuro di Monza, la qualità della vita, i modelli di comportamento familiare, dei giovani, le vecchie e nuove povertà e quant'altro una città come Monza pone all'attenzione".

Bravissimo, il nostro, nell'aver elencato le "problematiche locali" rispetto alle quali i suoi amici, cattolici o no, che siedono in giunta e in consiglio comunale si sono sempre dimostrati estranei quando non hanno agito per il loro aggravamento.
Non tenti però di giustificare questo mal agire con le difficoltà, per i politici, di interpretare, capire,
gestire i problemi della città se questa "non si esprime, non dà indirizzi".
Non tenti di farlo perché la sola elencazione da lui fatta dimostra la consapevolezza dell'esistenza di quei problemi e il dovere politico di risolverli nell'interesse della città.

Non tenti ancora perché la città, che comprende anche i cattolici, ha parlato, chiesto, protestato ed
ancora lo fa senza mai essere ascoltata dagli amministratori.
Non si aspetti che a parlare su temi politici e loro soluzioni siano parrocchie, associazioni, istituti, enti che compongono quello che chiama "mondo cattolico" e non si aspetti soprattutto che ad intervenire in affari che non la riguardano sia la cosiddetta "gerarchia", il "capitolo", l'arciprete.

Ciò non deve avvenire perché tutte le volte che in passato ci sono state intromissioni, diciamo …
ecclesiastiche, nel campo della politica e dell'amministrazione (o si è sospettato fossero avvenute) ne ha sofferto la vita della città che non ha bisogno di "decidere cosa farà da grande" perché lo è già ma ha solo necessità di liberarsi dal nanismo politico degli uomini che le vengono ammanniti perché li voti.

Giuseppe Motta

(Questo articolo è stato contemporaneamente inviato al forum di discussione monza domeus.it)


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5 giugno 2001